Carie dentaria
La carie dentaria è una malattia degenerativa dei tessuti duri del dente, che origina dalla superficie e procede in profondità fino alla polpa dentale.
Risulta pertanto implicito nella sua definizione che:
- La carie non interessa i tessuti molli del dente: pulpiti, dunque, e parodontiti apicali di origine dentaria non costituiscono forme di carie ma ne rappresentano, piuttosto, una complicanza.
- La carie, una volta che lo stimolo infettivo si avvicina alla camera pulpare, stimola la polpa stessa alla propria difesa con la formazione di nuova dentina
Si tratta di una malattia ad eziologia fondamentalmente microbica ed a patogenesi chimica. Questa definizione che può essere utile per inquadrare sommariamente il processo nell'ambito della patologia umana necessita tuttavia di numerose precisazioni che ne descrivano le peculiarità.
La carie trae le sue mosse dai batteri che vivono nella bocca e convivono con l'individuo. Si tratta di batteri normali presenti nel cavo orale che non possono essere eliminati, in quanto forieri di numerosi effetti positivi.
In condizioni normali, la loro presenza non comporta alcun danno come accade in altre regioni dell'organismo. Esistono però processi o condizioni che possono alterare questi equilibri e i batteri commensali diventano patogeni con l'insorgenza della carie.
La carie pertanto è una patologia infettiva per la quale, a causa del mutarsi delle condizioni, batteri normalmente non nocivi provocano dei danni.
Va precisato che i batteri presenti nel cavo orale non possono mai penetrare in un dente con lo smalto integro e di conseguenza questi batteri potenzialmente causa della carie non la determinano fintanto che lo smalto rimane privo di aperture. Queste si formano quando del cibo rimane tra i denti. I batteri nutrendosi dei residui alimentari producono metaboliti a pH acido che determinano dei varchi nello smalto ed è solo dopo che i batteri potenzialmente cariogeni penetrando nel dente causano la carie.
La carie si apre un varco nello smalto ed è completamente asintomatica. Poi raggiunge la dentina e si inizia ad avvertire qualche segnale di sensibilità. Quando raggiunge la polpa si scatena il dolore classico dovuto alla pulpite, cioè all’infiammazione della polpa dentaria.
La terapia varia quindi a seconda se la carie ha raggiunto o meno la polpa dentaria.
Nel caso di una carie penetrante con pulpite è necessaria la devitalizzazione del dente, cioè l’asportazione della polpa infetta e la sigillatura dei canali radicolari del dente.
Se la carie non ha raggiunto la polpa si può eseguire una “otturazione” del dente che consiste nella rimozione della carie e della dentina rammollita e la chiusura della cavità con della resina composita.